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Quando l’amore muore

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Svegliati, placami
da questo incessante
monologo, in questa
notte senza colore,
dove riesco a guardare
anche senza vedere.
Desidero tristezza,
nel taciturno movimento
che sfiora il nostro
possedersi appassito,
in questo letto
ch'evanescente fugge,
ossimoro della passione.
Avanzo come un cieco
tra le coperte diafane,
col timore di toccare
un corpo che non vuole,
tra gli spazi effimeri
che solcano le distanze,
di noi due persi
tra questi rovi di lenzuola
che si fingono
ignavi del passato,
perché quando un
amore muore non
lascia testimoni scomodi.
Tocco l'amarezza dei
miei stati d'animo,
che nell'accidia
s'abbandonano, al lento
tralasciar di quel che fu,
campo di sconfitta,
dove un giorno
sorgevano ardenti
gli avidi amplessi.

Andrea Palermo ©

 

(Anno 2014)

 cristiana fischer - 18/05/2014 18:35:00 [ leggi altri commenti di cristiana fischer » ]

la ricerca di un ritmo cadenzato dà unità alla poesia

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